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La radice, nella linguistica, è quell'elemento irriducibile (non ulteriormente suddivisibile) che esprime il significato principale della parola.
Per limitare ambiguità, nella grammatica descrittiva si definisce radice un morfema che sia contemporaneamente legato e lessicale.
Il termine radice viene usato anche per definire la rima e come sinonimo di tema a cui si possono aggiungere affissi (prefisso o suffisso/desinenza).
Nella grammatica tradizionale, la radice è quell'elemento linguistico a cui vanno aggiunte poi le desinenze ed eventuali prefissi o suffissi che servono a specificarne il significato.
Data quindi una parola - o un lemma -, essa potrà essere suddivisa separando il tema dalla desinenza, e quindi individuando nel tema la radice: la radice sarà quell'elemento irriducibile (cioè che non può essere ulteriormente suddiviso) e parte fondamentale di una famiglia di parole.
Ad esempio: nel verbo "amare" si può individuare la desinenza flessiva "-re" = infinito presente separandola dal tema "ama"; a sua volta il tema si può analizzare come unione della radice "am-" e della vocale tematica "-a-" = 1ª coniugazione. La radice "am-" ci permette di identificare il verbo come appartenente alla stessa famiglia del sostantivo "amore", radice che esprime appunto il concetto di amare.
Per fare un esempio in lingua ido: una volta definita la radice "frat-" che rappresenta il concetto di essere figli degli stessi genitori, si può applicare il suffisso "-ul-" che significa "maschile" o il suffisso "-in-" che significa "femminile", e infine la desinenza "-o" che significa "sostantivo singolare", per ottenere le parole "fratulo" ossia "fratello" e "fratino" ossia "sorella". Applicando invece la desinenza "-a" ossia "aggettivo" direttamente alla radice, si ottiene "frata" che significa "fraterno".
La definizione tradizionale di "radice" ha difficoltà di applicazione nelle parole composte; in questo caso occorre prima scomporre la parola nelle varie componenti (per esempio "portaborse" diventa "porta" + "borse") e poi si individuano le varie radici, una in ogni componente ("port-" e "bors-").
Nella linguistica contemporanea sono dunque considerate radici:
Alcuni linguisti fanno fatica a considerare radici:
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